lunedì 9 dicembre 2013

Perdere una felpa per un figlio di pulla.

Sabato sera, la noia della serata comincia a farsi sentire, quella noia che arriva nell'oretta prima di scendere di casa per andare a fare il solito giro locale-birra-casa del sabato sera si fa sentire, è un orario brutto, troppo presto per andare, troppo tardi per fare qualsiasi altra cosa.

Lo Shelter mi salva, leggo qualche articolo e mi viene in mente che devo finire Hotline Miami, mi mancano giusto gli ultimi due livelli, lo finisco, non ci capisco un cazzo, però ora è finalmente giunto il momento di scendere, mando un sms per dire a chi di dovere che sto per andarlo a prendere, apro il cassetto con i miei vestiti, e qualcosa si muove.

Mi fermo, mia madre è convinta che io sia poco capace di trovare la maglietta desiderata, infila una mano e qualcosa si muove, lo vede anche lei, qualcosa si sta muovendo dentro il cassetto.


Giovedì sera, dentro il cassetto non c'è ancora nulla, ma sta piovendo, sta piovendo molto forte, mia madre è chiusa in cucina, e vede una figura muoversi fuori nel balcone, ma è fuori, non è dentro, ci avverte di tenere le finestre chiuse, e così facciamo.

Sabato mattina le finestre non sono chiuse, sabato sera, quella figura che fin'ora abbiamo visto solo di sfuggita si muove dentro il cassetto dove io tengo i miei vestiti.
Le piogge sono bastarde, le piogge risvegliano strane bestie dal sottosuolo. I Drow sono troppo codardi per salire alla luce del sole, ma quello che ho nel mio cassetto non è un Drow, e fa molto più schifo.
La Bestia
La bestia è grande, ed è dentro il mio cassetto, mi sento male, e non sono il solo. Panico.


Mio padre si improvvisa McGyver, ma non ne ha mai visto neanche una puntata, comincia a chiedere oggetti improbabili, coperte, lenzuoli, sacchetti, ma il tutto senza alcun vero motivo, tutto senza un piano.
Mia madre mi porge una coperta, io sto ancora male, mio padre continua a prendere oggetti improbabili, fra l'accappatoio e lo schiacciapatate, la bestia decide di saltare fuori, si infila dentro il soggiorno, incomincia a infilarsi tra i mobili.
                                    

Cominciamo ad armarci, scope in mano, sedie che vengono posizionate a fare da barricata fra noi e la bestia, telefonini come torce per illuminare dietro i mobili, bastoni di ferro, e mia madre arriva anche a dire:
-Prendi il tuo fucile da Softair.

La povera bestia intanto è dietro la libreria, spaventata a morte, noi lo siamo di più, cominciamo a scuotere l'enorme libreria nel tentativo di schiacciarlo la dietro, ma la conformazione della stanza ce lo impedisce, se i topi hanno una divinità, lui deve essere molto credente.

Cominciamo a toccarlo con un bastone infilato dietro il mobile, ma lui è più forte di noi, è un bastardo coraggioso, e rimane li, inamovibile, un eroe di guerra pronto a sacrificarsi per reclamare quel suo posto.

Io non provo odio verso i topi, è che Rattata mi faceva schifo come pokemon, e poi, quella bestia che mi ritrovo dietro la libreria mi ha mangiato una felpa, una felpa che deve ripagare.

Ma non possiamo vincere questa guerra, quindi bisogna passare alla via diplomatica, costruiamo un passaggio, allarghiamo lo spazio dietro l'armadio e lui scappa via, gli apriamo la porta del terrazzino, vogliamo che vada via, con le buone certo, ma lui pare non volerne sapere.
Per fortuna il posizionamento delle sedie a barricata, e l'azione delle nostre scope pare essere riuscito nell'intento di farlo battere in ritirata.

Ora spero solo che non ritorni con i rinforzi.                                    

giovedì 17 ottobre 2013

La classifica dei 5 uomini con la minchia di fuori.







Da qualche giorno sono iscritto al CUS Palermo, precisamente faccio nuoto, quindi vado in piscina, scendo negli spogliatoi, e mi trovo davanti a variegati tipi di persone. Ma la cosa che li accomuna è quella di avere la minchia di fuori mentre si cambiano, ed è per questo che vi porto la classifica dei miei preferiti
5) Il timido
Si toglie il costume mentre meno te lo aspetti, prima controlla che tu non lo stia guardando, poi si volta, e ti mostra solo i glutei. Ma quando sta per rivestirsi, si gira come se non lo volesse, come se te la stesse mostrando per sbaglio, come se in fondo lui ci teneva a preservare il proprio fagiolo, ma poi, il destino, abbia voluto fosse il momento di mostrarlo a tutti

                       
4) Il gruppo
Più elementi, vanno in piscina insieme, son amici, ne hanno vissute tante insieme, quindi si ritrovano a vantarsi del pisello dell'uno o dell'altro, a complimentarsi fra di loro, poi si danno colpi di costume bagnato, giocano, ridono, scherzano, si sbattono il pisello in faccia, fanno la gara a chi c'è l'ha più lungo, li mettono a confronto, fanno le evoluzioni e ridono. Poi escono, fanno un trenino e continuano a complimentarsi fra di loro per quanto i loro addominali siano virili.

3) Il tranquillo
Arriva fischiettando motivetti di dubbio gusto, si toglie il costume ancor prima di entrare nello spogliatoio, getta l'accappatoio in un angolo, si ferma davanti il proprio armadietto e si guarda la minchia, riflette, ragiona bene su cosa sia la vita per lui, si siede sulla panchina nudo e comincia ad asciugarsi, lentamente, fa l'elicottero con il pisello per scrollarsi l'acqua che gli rimane addosso, perde tempo in vari modi possibili per circa mezzoretta e alla fine decide di vestirsi e andarsene.
                           


2) Quello della mano sulla spalla.
E' più o meno come il tranquillo, fa ciò che fa lui, ma ha questo devastante difetto, decide che ti deve parlare, e per farlo ti mette una mano sulla spalla e ti sorride, quel sorriso devastante che pare voglia dirti "noi siamo amici vero?", ti sorride, parla di cose futili, e tu non puoi fare altro che calare la testa e sperare che questo momento finisca presto. O picchiarlo, stando ben attenti a non toccare quello che evidentemente lui voglia sia toccato.
 
                                     
1)L'uomo con l'accappatoio
Il genio assoluto, di solito ha circa una sessantina d'anni, il baffetto, lo sguardo di chi non ha nulla da temere nella vita, si toglie il costume da sotto l'accappatoio, come il più pudico dei pudici, però, poi, lo lascia aperto, oppure fa finta di chiuderlo, e lascia penzolare il suo torroncino zanzibar fuori da esso. Poi fa tutto come se niente fosse, e se per mezzo secondo ti ritrovi davanti a lui ti guarda con aria di sfida, fino a costringerti a toglierti di mezzo.

martedì 24 settembre 2013

Il classico post che nessuno leggerà

Questo è il classico post che nessuno leggerà, quello che in fondo c'è in ogni blog, e che ogni uomo dovrebbe scrivere.
Come quella roba che scrivi su facebook sperando che venga apprezzata da tutti, e poi ricevi un mi piace di consolazione dal classico amico sfigato che non vuole altro che la tua approvazione.

E' un processo strano, è come la canzone del tuo gruppo preferito, che per ascoltarla devi andare a comprare il cd originale, girarlo al contrario e sentirlo rallentato, quella che nessuno conosce, che rimane cosa tua e di pochissimi altri, e quando incontri quei pochissimi altri perde tutto il suo fascino.
Non è un elogio agli hipster, io li odio gli hipster, e mi piace Get Lucky, e Paradise dei Coldplay, e mi piace pure Lady Gaga, perché grida nelle foreste e fa le canzoni su Giuda, e mi piace pure Giuda, perché è l'unico di tutto quel libro estremamente sopravvalutato che è il vangelo, a fare una cosa buona, ammazzarsi.

C'è un piacere perverso nel avere qualcosa di proprio, chiamatelo egoismo, gelosia, o come diavolo vi pare, ciò che è proprio è sempre più bello di ciò che è in comune, per questo il comunismo non funziona.
E nel mio sproloquio di sentenze, che escono da una bocca che non sa, da una mente che non conosce altro che la propria ignoranza, mi rendo conto della bruttezza semantica di quanto è scritto, e di come tutto questo verrà archiviato in un baratro di file dimenticati.
E me ne compiaccio.

Me ne compiaccio perché viviamo in un mondo in cui è tornata Forza Italia, in cui la gente pensa che i cani siano migliori degli umani, in cui non riusciamo a compiacerci dei successi altrui.
Un mondo in cui saremo tutti medici e ingegneri, vuoti d'animo, pieni in tasca, in cui la gente ritrova la fede perché Francesco è simpatico.

Ed è in questo post, scritto male, noioso nonostante sia corto, senza immagini e per niente interessante, che arrivo alla conclusione, che non è l'avere qualcosa di proprio a darmi piacere.
E' che mi fa schifo condividere con tutta sta gente di merda.

Ora andatevi a leggere gli altri post, che son più divertenti di sta schifezza.

domenica 8 settembre 2013

Via il pene, via il dolore



Gino è una persona pessima, una di quelle che qualsiasi cosa vede camminare e ha due paia di tette se la farebbe, uno di quelli che si sente autorizzato a provarci con una donna, solo perché gli ha rivolto un sorriso, uno di quelli che poi le tratta male, perché pensa sia un ottimo modo per conquistare. Che poi lo sarebbe anche, se Gino fosse bello e muscoloso.

Nonostante ciò, Gino non è uno sfigato, è un po' pervertito, un bel po' allupato e un bel po' testa di minchia, Gino non si chiama neanche Gino, ma preferisco non usare il vero nome, considerato le storie che sto per raccontarvi.

Tempo fa, c'era sta tizia di cui tutti avevano il numero, che mandava messaggi che neanche nei film porno, una cagna allucinante che prende cazzi con la stessa facilità con cui una rana prende le mosche, aveva la lingua allungabile, si narra...
Sta di fatto che in fondo ai nostri cuori, sapevamo tutti che doveva essere una donna decisamente brutta, tutti tranne Gino che in piena tempesta ormonale andò da questa tizia, fece ciò che doveva fare e tornò.

-Gino, com'è?
- Porca, si può fare.
-Hai una foto?
-Si si, tiè

Foto a titolo comparativo, non era lei.

Tempo dopo, l'androne di pulci che s'era trovato continuava a mandargli messaggi, ma trovò, in tutta la sua perversione, e con grande aiuto di amici che non volevano fargli perdere del tutto la dignità, la forza di non cadere mai più nello stesso errore.

Circa una settimana dopo Gino non può dormire, sta male, il pene gli pulsa in modo strano, e sente un terribile dolore alla punta, la storia continua per un po' di tempo, e quindi, decide di fare l'unica cosa sensata che un diciassettenne può fare quando ha un dolore del genere, dirlo al padre.
Il padre di Gino è un medico, quindi quando lui gli spiega i suoi malanni, lui fa quell'espressione seriosa da medico e diventa professionale di botto.

-Papà, mi fa male
-Cosa?
-Lì
-Lì dove?
-Parti basse
-Ah, ma in punta o nella base?
-Punta
-uhm, ma hai avuto rapporti sessuali?

Alla domanda si ferma un quartiere, le macchine non camminano più, gli uccellini smettono di cantare, Gino si prende qualche secondo per pensare a cosa rispondere, ma sa che suo padre ha già capito

-Eh, pà, si-  è costretto ad ammettere

Suo padre guarda con fare di sufficienza il figlio, sa che aborto di persona ha messo al mondo, non lo preoccupa l'aver avuto rapporti sessuali, lo preoccupa il fatto che lui sia riuscito ad averne, come potrebbe una persona del genere, così terribile e pessima, avere un rapporto sessuale? Deve chiederlo, deve togliersi il dubbio che suo figlio non sia quella persona di merda che potrebbe essere.

-Ma con prostitute?-
-No!

Il no arriva prorompente, seguito da un silenzio imbarazzato, e se fosse colpa di quel covo di pulci?

-tipo...
-Cosa?
-Eeeh...
-Prostitute?
-No! Però...

Il padre annuisce comprensivo, gli mette una mano sulla spalla e quindi decidono di andare da un andrologo, lo visitano, e pare gli debbano fare un intervento simile ad una circoncisione.
Lo portano in sala operatoria, gli anestetizzano il pene e poi tagliano via ciò che devono tagliare, gli fanno una specie di fasciatura ed è pronto per tornare a casa, sta per imboccare la porta d'uscita quando il dottore trova doveroso dirlo

-Ah, Gino
-Si?
-Niente lavoretti
-Come?
-Niente affari di mano, segoni, seghette e sgalluzzamenti
-ok
-Ah, e ovviamente niente rapporti, ma tanto chi ti scopa a te?

mercoledì 31 luglio 2013

Di Vene Piccole e Sangue nelle mutande



Citando Wikipedia: Per cisti pilonidale si intende una formazione cistica contenente spesso peli (pili nidus). È conosciuta anche come cisti sacro-coccigea perché situata esclusivamente in questa regione.

Per chi non avesse inteso, si tratta di una puntina gigantesca, che cresce appena sopra il buco del culo quando ce l'hai peloso, e vi posso assicurare che fa un dolore allucinante. Ho sofferto questa brutta storia nel 2009, e me lo ricordo perché è l'anno in cui morto il candeggiato Michael Jackson.

In una calda giornata estiva mi dirigo in bagno e abbasso le mutande, quand'è ecco che osservandole con occhio preoccupato le vedo inondate di sangue. Non è che prima non avessi sentito questa cosa dietro il culo che mi doleva ogni volta che lo poggiavo da qualche parte, ma mica ti aspetti che sia una Cisti Sacro-Coccigea, dici, è una puntina, passerà.
E invece, in quella calda giornata estiva, mi ritrovai a mostrare un paio di mutande insanguinate a mia madre, chiedendogli se fosse possibile esser diventati signorine pur avendo il pene.
Cercammo su internet, non si può avere pene e mestruazioni allo stesso tempo, quindi mia madre concluse un: "è una puntina strana, andiamo dal dottore."

Il mio dottore è un pacioccone simpaticissimo, uno di quelli che ti viene voglia di stringergli le guanciotte forte forte, fa battutine simpatiche, tristi, ma non puoi fare a meno di ridere notando con quanta dolcezza le parole gli escono bocca.

-Dottore, c'ho una puntina grossa quanto un Ferrara sopra il culo
-Uhm, interessante!
-Non è interessante dottore, mi sta inondando le mutande di sangue, sembro Platinette immedesimatasi troppo
-Si cali i pantaloni, credo sia una sciocchezzuola

Mi metto sopra un lettino e calo i pantaloni, e se c'è una cosa che vi auguro non vi capiti mai, è quando il dottore, quello buono e pacioccone, mentre vi sta visitando, esclama con aria sorpresa un grosso:

-Minchia!
-Come?

-No, è che non era quello che pensavo...
-Quindi?
-Devi fare un operazione, una robetta semplice

Ed è una robetta semplice, lo giuro, l'operazione più minchiona della storia, ma prendetemi sul serio, quando dico che preferirei rompermi una gamba, che abbassarmi le mutande davanti a ogni medico dell'ospedale.
Andiamo in ospedale, mi dicono di ripresentarmi fra 9 mesi, rispondo "suca" e ci rivolgiamo ad una clinica privata, mi dicono di presentarmi l'indomani, e così faccio.

Esami dell'urina, esami del sangue. Pisciare non è difficile, solo che vien sempre strano quando lo devi fare per forza, ma lo scoglio più grande son gli esami del sangue, io ho le vene piccole e son pacchione, quindi non mi stupisco più di tanto quando il dottore mi dice:

-Uhm, lei non ha le vene!

e poi infila un ago e comincia a cercare prepotentemente e violentemente senza alcun risultato, buco nel primo braccio, buco nel secondo, riprova più volte, poi ci rinuncia, chiama una dottoressa e gli dice:

-Non me la fido, son scarso, fai te.

Lei mi infila l'ago dritto nel polso e mi estrae quel poco di sangue che riesce a prendere, io chiedo:

-Ma l'operazione è difficile?
-No, tranquillo, è una minchiata

Mi portano in sala operatoria, nudo come un verme con sopra una specie di grembiulino verde semitrasparente, mi devono anestetizzare, e per farlo devono prendere le vene.
Ci prova l'assistente non ci riesce, chiama il dottore, non ci riesce, cominciano a provarci insieme, cambiano posto, braccia, polso, gambe, piedi, non ci riescono, arriva il chirurgo, che fallisce miseramente, continuano a provarci, fin quando decidono di far intervenire il primario, che comincia a bucarmi acidamente senza risultato, nel frattempo passa un inserviente che, visto che c'eravamo, voleva provare pure lui.
Erano 3 dottori, 2 assistenti, il primario e l'inserviente nella stanza, quando a uno di loro viene l'idea geniale:

-Ma se gli diamo una bottiglia di Whiskey e un colpo in testa?
-No, però potremmo usare la mascherina

Dopo la bellezza di 15 buchi in varie parti del corpo, mi infilano una mascherina davanti la faccia, e mi addormento. Mi addormento, io c'ho il sonno agitato, molto agitato, sopratutto se vengo da 15 buchi fatti senza pietà, alzo un piede e mollo un calcio ad un assistente, che si ritrova con il labbro spaccato, mi bloccano buttandosi sopra di me, e finalmente mi infilano per bene sto ago, scavano come i minatori di megacostruzioni e trovano la vena.


Mi risveglio dopo poco tempo, sono intontito dall'anestetico, mi sento fatto, brutalmente, ho un sorriso spontaneo che mi va da orecchio a orecchio, fame e una coda piena di sangue.

Si, perché dopo l'intervento devi stare almeno una settimana con un tubo di plastica che ti drena il sangue dal culo, in pratica cammini con sta coda piena di sangue, il culo di fa un male terribile, e non puoi manco lavartelo per bene, perché non puoi bagnare i punti.
Immaginate una settimana a lavarsi il culo solo con salviette e carta igienica. Quando mi hanno tolto i punti il tanfo di merda ha ucciso un barbone dall'altro lato della strada, e lui di merda nella sua vita ne aveva sentita tanta.

Il giorno dopo l'operazione, sono dolorante, e vorrei uccidere qualcuno, del resto ho una cazzo di coda che mi esce dal culo, mi incominciano ad arrivare messaggi, immagino che qualcuno mi stia chiedendo almeno un: "come va?", ma i miei amici di merda mi informano soltanto della morte di Michael Jackson...

Perdonami Michael, ma non me ne è fottuto mai un cazzo della tua morte.

martedì 30 luglio 2013

Dialogo sull'omosessualità.


Quest'uomo, è Dominique Venner, è uno scrittore e storico francese, e recentemente è passato fra i notiziari per essersi sparato in bocca al centro di Notre-dame.In pratica quest'uomo, sente che hanno accettato i matrimoni gay a Parigi, comincia a rosicare acerbamente per questo fatto e quindi, prende una pistola, scrive che il matrimonio gay è una roba innaturale, e per farlo dire un po' in giro, si spara in bocca al centro di Notre-Dame.Fatta questa premessa, mi è sembrato più che giusto scrivere questa storiella.  

Un rumore assordante, condito dalle urla dei presenti nel posto, la morte non è poi molto diversa da come la descrivono, prima il sapore pungente di quel proiettile in bocca, poi quello che vedono tutti, l'enorme tunnel nero con la luce in fondo, Dominique ci mise un po' ad arrivare dall'altro lato, e una volta uscito da quel tunnel sentì delle risate e delle voci.

-E quindi gli ho detto che mi doveva sacrificare, e quello lo stava facendo vero.
-Ogni volta che racconti sta storia mi fai morire!

Risate e risate, era stato accecato da quella luce troppo intensa, del resto non era facile guardare il sole da così vicino, comunque gli occhi si abituarono lentamente e lo sguardo cadde intorno a se, per primo vide quell'enorme cancello dorato, e poi quel bancone, e due uomini vestiti distintamente, uno con una folta barba bianca ma ben curata, l'altro...
Dominique chiuse gli occhi, li aprì di nuovo e confermò quello che aveva visto, l'altro era Morgan Freeman.
-Pietro, te n'è arrivato un altro.
-Che fa, lo giudichi direttamente tu?
-Va bene.
Morgan alzo la sua mano e gli fece cenno di avvicinarsi, sorrise, Dominique non potè fare a meno di dirgli.
-Ma tu non sei ancora vivo?
-E lo sono sempre stato
Rispose ecletticamente lui, del resto, non c'è persona che sa far Dio meglio di Morgan Freeman, e nella mente di Dominique non poteva essere altrimenti.
-Perciò, come è che sei morto?
-Ma non dovresti già saperlo?
-Sempre la stessa storia.
Morgan avvicino la mano sopra la scrivania di Pietro, da li prese un Ipad, un modello bianco come il vestito che indossava. Diede una lieve occhiata e sospirò
-Dominique Venner, suicida perché era contro l'omosessualità. Giusto?
-Esatto, in quello c'è tutta la storia della nostra vita?
-No c'è Google.
-Ah
-Ah.
-Comunque, i suicidi vanno nel settimo cerchio, sarai mutato in un albero secco Dom.
-Ma io l'ho fatto contro l'omosessualità!
-Come?
-Contro l'omosessualità, per dare un messaggio.
-Quindi tu ti sei ammazzato per dare un messaggio?
-Esatto.
-No, non ho capito scusa...
Dominique rimase di stucco, Se Dio non aveva capito, allora forse non era arrivato ad una giusta conclusione.
-Io ho scritto che l'omosessualità è contro natura, e poi mi sono sparato.
-Ma l'omosessualità non è contro natura.
 -Come no? L'hai detto tu!
-Ma quando?
-La Bibbia...
-Ah, e non è che l'ho scritto proprio io, poi voi l'avete tradotta un po' male, l'ha c'è scritto pure che non si devono mangiare gamberi, ma a me piacciono i gamberi, vero Piè?
-Vero- Rispose Pietro
-Ah.- Rispose Dominique.
-Che poi scusa... tu credi in me?
-Beh, ti sto vedendo...
-No, quella cosa che dice la chiesa che sono onnipotente.
-Ah beh, si certo, ci credo
-E se fossi onnipotente e non volessi i gay li avrei mai fatti?
-Ah.

Dominque sospirò, abbassò lo sguardo e quindi indico verso giù.
-Quindi vado giù?
-Eh, abbiamo costruito tutto sto Inferno di roba, è un peccato non usarlo.
-Mi pare giusto
-Eh, difficilmente sbaglio...

Intanto alla sua sinistra, Dominique potè vedere un ascensore spuntare, gli si avvicinò rassegnato, poi si voltò.
-Ma come difficilmente? Quando mai hai sbagliato?
- Quando ho fatto un cretino come te.

Pietro rise, Morgan pure, Dom disse:
-Ah.

Dom scese, pietrò non potè fare altro che sospirare
-Ed ecco un altro che se ne va.
Morgan scosse la testa rassegnato
-Se avessi creato tutti con la minchia e la figa si sarebberò accorti di quanto non cambia nulla?
-Sarebbe stato terribilmente anti-estetico capo.
-Eh, è sempre una questione d'estetica. 

lunedì 29 luglio 2013

Dmax e i suoi programmi

Da quando l'Italia è passata a quella macchina che è il digitale terrestre, tutti quanti ci siamo confrontati con nuovi programmi. I ricchi possessori di Sky hanno potuto dire: "beh, noi li conoscevamo prima che diventassero famosi", ma non si può negare l'influsso che il duetto Dmax, Real Time sta avendo sulle nostre vite.

Il vero problema di Dmax è che ci fa credere che qualsiasi cosa stiamo facendo nella nostra vita, sia una figata assurda. Non è difficile, basta fare qualche rallentamento di immagine, tagliare un po' qua e un po' la, esagerare con le parole ed ecco che avrete la vostra attività fighissima. In questo modo, Dmax può fare programmi su qualsiasi cosa, anche la più stupida, anzi, già lo fa.

Diamo un occhiata:

Man Vs Food.

Il programma funziona così, Adam Richman è un tizio americano, e mangia tantissimo, infatti ad ogni puntata lo vediamo visitare una città a caso, di cui non frega assolutamente nulla a nessuno, e mangiare come un musulmano dopo il ramadan, ma non è tutto, dopo le migliaia di calorie ingerite, dopo aver quasi perso la vita fra colesterolo e grassi, si cimenta in una sfida con tipo un cibo gigantesco, tipo un hamburger grande quanto sua mamma, oppure con qualcosa di piccantissimo, e se riesce a mangiarlo, siamo tutti contenti.

Non è l'unico programma su "tizi che mangiano", ma è quello che ci dimostra dove può arrivare lo stomaco umano. Adam Richman, il giorno in cui morirai d'infarto, ti saremo comunque estremamente grati per quello che c'hai insegnato, non esistono limiti, solo ciccia.

River Monster

Io immagino il giorno in cui hanno deciso di introdurre questo programma così:
-Ehi, dobbiamo mettere un nuovo programma
-uhm, abbiamo già i programmi sui tizi che mangiano un casino, su quelli buttati in mezzo al deserto, su quelli che distruggono le cose e le riprendono, su quelli che costruiscono macchine strane e poi li distruggono, sui tizi che costruiscono le cose, su quello che va a fare i lavori di merda, su gli sbirri negli aeroporti, su quelli che fanno tatuaggi, su quelli che comprano le cose e fanno un sacco di soldi.
-Eh, dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo, qualcosa che piacerà ai bambini.
-Ai bambini?
-Si, ma no ai bambini di oggi, ai bambini di un tempo, così tipo ti si risveglia la malinconia e te lo vedi.
-A te che ti piaceva da piccolo?
-Sampei!
-Cazzo si, facciamo un programma sulla pesca
-Eh, ma la pesca è noiosa, facciamolo su un tizio che usa la minchia come esca
-Non li possiamo fare sti programmi, ce li bloccano
-Eh, sti animalisti del cazzo, allora facciamolo su un tizio che usa la minchia per remare
-No, non sono gli animali il problema
-Ah ok, va beh, allora che fa, facciamo un altro programma di un tizio che mangia un sacco, però mangia solo pesce?
-No no, l'idea di Sampei mi piaceva, però dobbiamo trovare un pescatore cazzutissimo, tipo il più grande pescatore di tutti i tempi, e gli facciamo pescare pesci grossi quanto balene che possono ucciderlo in qualsiasi momento
-Offro una birra al barbone in fondo alla strada?
-Vai!

E così nasce River Monster, con quel figo che è Jeremy Wade, che poi, la cosa che mi fa ridere è: Pensa se l'avessero fatto col pescivendolo che sta vicino casa mia?

L'ultimo Sopravvissuto 


Scrivere cazzate su Bear Grylls, a partire dal suo strambo nome, è fin troppo facile, e non sono di certo il primo ne l'ultimo a farlo.
La cosa divertente del programma è che lo scopo ultimo di questo dovrebbe essere di "insegnarti a sopravvivere in ambiente ostile", ma sono sicuro che il giorno che mi troverò sperduto nelle foreste del Molise, non riuscirò mai a scalare le montagne e lanciarmi da sopra le cascate.

"Ehi, delle sabbie mobili, dovrete sempre cercare di evitarle, ma io mi ci butterò dentro" cit.

Lavori Sporchi


Il vero problema di questo programma è  che lo facevano mentre mangiavo, e dopo averlo visto infilare una mano DENTRO una mucca, lo giuro, DENTRO una mucca, partendo dal culo, ho decretato che il mondo è finito, che noi siamo disposti a guardare merda, sul serio, e che ciò che stavo mangiando non meritava più la mia attenzione. E se lui può campare infilando mani DENTRO, e lo ripeto DENTRO, le mucche, io posso campare senza guardare la merda che ne è uscita fuori.





giovedì 25 luglio 2013

3 cose che tutti i maschi vorrebbero fare ma la società non ci permette

Nelle righe seguenti, 3 gesti che tutti noi maschi vorremmo fare, ma che nessuno farà mai, perché significherebbe essere per sempre disprezzati dalla società, sebbene ogni uomo, nel suo più profondo io, acclamerebbe quella persona come un eroe.





3) Andare ad un colloquio/esame con la minchia di fuori.
E' vero, significherebbe perdere il lavoro, o magari potrebbe significare dover rifare quell'esame, o potrebbe anche significare qualche annetto in carcere, ma vi posso assicurare che è un desiderio di ogni maschio.
Quando mi sono diplomato, sedevo già con il 60 assicurato, e non c'è stata persona che non mi abbia detto.
"Dovresti andarci con la minchia di fuori" o "Arrivi all'esame, ti cali i pantaloni, metti la minchia sopra la cattedra e gli dici: Professori, questo è quello che so!".

C'è da dire che in Sicilia, o almeno a Palermo, Andare a far qualcosa con la minchia di fuori, è un modo di dire, che significa "con eccessiva tranquillità", ma questo non è altro che una conferma a quanto detto





2) Salve, sono quello che si scopa sua figlia!
Il primo incontro con i genitori della fidanzata è traumatico per ogni persona che ne abbia mai avuto a che fare, c'è un momento in cui il padre della tua ragazza ti guarderà dritto negli occhi, ed entrambi vi state dicendo una semplice cosa: "Lo so!". Lui sa che molto probabilmente il tuo arnese ha avuto a che fare con i pertugi della figlia, e questo è male.

Quindi, credo sia desiderio di tutti, cominciare la prima conversazione con i genitori in questa maniera: "Salve, ho scopato con vostra figlia!", giusto per mettere subito le carte in tavola, ed evitare dannate ipocrisie.




1) Wha-Pap!
Ci sono persone che vengono odiate, e c'è una cosa che tutti sognano di fare.
Immaginate, state parlando con una donna, questa donna è di interessante bellezza, ma dovrebbe semplicemente smetterla di aprire bocca, parla a macchinetta, ti parla di roba che non capisci, roba noiosa, tipo di bioetica e similari. Tu stai per addormentarti, ma lei non capisce e ancora parla, gli argomenti sono sempre più noiosi, e li, il tuo desiderio è solo uno. Apri lentamente la zip dei pantaloni,  lei è troppo impegnata ad autocompiacersi per accorgersene, esci fuori l'arnese e senza ripensamenti WHA-PAP! un colpo secco in faccia, gli lasci un livido a forma di cazzo.

Wha-pap!

martedì 23 luglio 2013

Raccontare una storia


Avete presente il dialogo iniziale delle Iene? Quello che parla di Like a Virgin. Ora, immaginate, siete nel 1992, avete sentito parlare di questo film, di sto regista che sta emergendo da poco, questo che ha un cognome che suona italiano, ma non avete capito bene da dove viene. Magari sei pure un appassionato di cinema, sai che questo ha fatto una serie di pellicole, che però hanno visto in pochi, del resto, non avete manco Wikipedia per spiegarvi chi diavolo è.
Comunque, decidete di andare a vedere questo film, sapete che parla di una banda di rapinatori, entrate al cinema e per i primi 7 minuti di film, vi ritrovate ad ascoltare dei cazzoni che parlano di Madonna.

Voi siete entrati in quel cinema che vi volevate vedere una bella rapina, eppure non c'è niente del genere, state guardando una serie di dialoghi, ma il film vi sta piacendo tantissimo. C'è un motivo, ed è quello che non vi fa annoiare in quei 7 minuti di dialogo iniziale, chiamatela recitazione, chiamatela prossemica, insomma, queste persone hanno un modo di parlare che vi attrae, un carisma encomiabile.

Questo stesso concetto può essere applicato in qualsiasi storiella dovete raccontare ai vostri amici, c'è gente che qualsiasi cosa racconta, la rende interessante, il tutto seguendo delle semplici regole.
Ora, posso pure darvi qualche consiglio, ma se siete dei pali di legno con l'espressività di un peperoncino, non aspettatevi grandi risultati.

La prima cosa da sapere, è che non potete essere insicuri sull'effettivo interesse che può suscitare la vostra storia, dovete convincervi per primi che la vostra storia è importante, e che tutti vogliono sapere che cosa diavolo hai fatto la sera prima, o che cosa è successo quando sei andato a comprare quella bottiglietta al bar.

La seconda cosa importante sono i gesti, dovete gesticolare, senza esagerare, ma dovete catturare con le vostre mani, imitare gesti, sbattere un pugno contro l'altra mano per indicare ira o grattarsi il mento mentre fate delle piccole pause, aiutano a catturare l'attenzione.

La terza cosa da sapere, è che non ha importanza quanto la storia si accosti alla verità, l'importante è che sia verosimile, aggiungete dettagli, raccontate un po' di aneddoti sui vari protagonisti, usate sopranomi, se un vostro amico si chiama Giacomo, chiamatelo Jack, e se ha un vizietto, affibbiategli un sopranome, il vostro amico Giacomo, grande fumatore, potrebbe diventare Jack Sputafumo. Che è già un personaggio più interessante.

Ogni piccola cosa che vi accade nella vita, può avere una sua dignità da storia, avete fatto  un piccolo tamponamento? Fatelo diventare un incidente mortale a cui siete scampati per miracolo. Avete mangiato un panino particolarmente buono? Raccontate di come siete ascesi al cielo e avete condiviso il vostro desco con gli angeli.

Facciamo un esempio, prendiamo una storia semplicissima, raccontata con tono normalissimo:
"L'altra volta sono andato al bar e ho incontrato Eugenio che mi ha detto che ha baciato Adele."

Potrebbe benissimo diventare:
"Signori, una cosa incredibile! L'altra volta, mi trovavo senza un cazzo da fare, stavo facendo l'elicottero con la minchia sotto la doccia, fino a quando mi finisce l'acqua calda, comunque, bestemmie a parte decido di scendere, farmi un giro, giusto per vedere che tempo c'era. Camminando camminando passo davanti al bar di Tony Saliva, quello che quando parla sbrodola, e siccome c'era così caldo che i tuareg del Sahara provavano pietà per me, entro per prendermi una gazzosa. Al bancone, bello tranquillo che parlava come se fosse lo showman della situazione, mi vedo Eugene Mezzocazzo (e qui potrebbe partire un interessante aneddoto, su come il povero Eugenio s'è preso quel soprannome)  che ci raccontava a tutti quanti, che ha trovato posto dove infilare il mozzicone di sigaretta. In pratica s'è scopato a Adele Mangiacicche (qui non dovreste avere bisogno di spiegarlo), stava diventando pure padre, ma per fortuna lei ha deciso di abortire, meno male che è una ragazza apposto, la Nappi gliela suca"

                           
                Fate divertire i vostri amici con le vostre storielle del cazzo!

lunedì 22 luglio 2013

Cominciamo.

In molti mi hanno detto che dovrei scrivere. Io credo siano degli idioti, che di scrittura ne capiscono poco, io scrivo male, malissimo, ma poiché mi piace farlo, per quanto male possa esser fatto, con questo post, metaforicamente simile ad una immensa vasca piena di falsa modestia, comincio a farlo.

Non è che non abbia mai fatto un blog prima, ne è detto che non mi stancherò di scrivere dopo due giorni, ma ultimamente il: "Oh mio dio, ma questa cosa che ho appena pensato è una cosa troppo figa che dovrei mettere su internet e fare leggere a tutti!" sta prendendo il sopravvento, e quindi parte la necessità dell'apertura di questo blog.

Blog a cui ho dato il nome di: "Il Panino col tonno",  non  perché parleremo di ricette, ne perché sono un ciccione a cui piace mangiare, o meglio, lo sono, ma il motivo non è quello.
La verità è che il panino col tonno è sempre stata la salvezza di tutti quei giovani, studenti e non, che trovandosi a casa da soli, con la dispensa vuota, nessuna voglia di cucinarsi un piatto di pasta, ripongono la loro fiducia su un piatto che ha un gusto inconfondibile, veloce da preparare, e mangiabile tranquillamente davanti al pc mentre stai guardando l'ultima puntata di Doctor Who.

Ed è così che voglio servire questo blog, come un panino col tonno, con articoli che parlano di roba svariata, magari anche poco interessante, ma che son perfetti quando la grande dispensa di Internet non ha nulla da offrirti.